Nel mio precedente articolo abbiamo trattato il tema dei Niyama, il secondo Ramo dello Yoga. Abbiamo scoperto che lo Yoga non è solo una pratica fisica ma una vera e propria filosofia di vita e abbiamo parlato del primo Niyama, Saucha, La Pulizia nello Yoga.
I Niyama sono il secondo ramo dello Yoga le osservazioni: esse sono tutte le attitudini positive di cui abbiamo bisogno per lavorare su noi stessi, corpo e mente, per diventare persone migliori.
Il secondo Niyama è Santosha, che nella Filosofia Yoga si può descrivere come contentezza interiore.
Nella nostra società tendiamo ad associare la felicità a qualcosa di esterno e siamo abituati a vivere in uno stato costante di carenza invece che di abbondanza.
Ad esempio, se comprassimo quell'ultimo modello di telefono allora saremmo soddisfatti, se trovassimo un partner allora ci sentiremmo completi, se raggiungessimo un determinato obiettivo allora saremmo sereni.
Quello che lo Yoga ci insegna è che è ottima cosa realizzarsi e aspirare sempre al meglio per noi e per la nostra vita, ma che la nostra felicità va ricercata all'interno di noi e non in qualcosa di esterno. Noi siamo perfettamente in grado di ricreare questo stato di santosha, di contentezza serena, anche quando tutto apparentemente intorno a noi sembra vuoto e spento proprio perché riconosciamo che il nostro mondo interiore è pieno di risorse e possiamo sempre essere grati di qualcosa.
Sviluppando gratitudine e rimanendo presenti nel qui e ora non ci proiettiamo più in un futuro ipotetico, che non esiste, perché ci sarà sempre qualcosa che non abbiamo o qualche ostacolo ai nostri obiettivi. Inoltre abbiamo tutti sperimentato che, quando otteniamo qualcosa di materiale, viviamo i primi giorni eccitati e contenti ma dopo poco tempo l'energia si esaurisce e ritorniamo al punto di partenza, ad uno stato interiore malinconico e irrequieto di continua ricerca.
Lasciare andare gli attaccamenti dal mondo esterno significa riconoscere che la vita non è statica ma è un continuo cambiamento in un ciclo di nascita e morte delle cose. Così come le cose intorno a noi cambiano anche noi cambiamo, quindi la chiave è realizzare che non abbiamo controllo degli avvenimenti esterni e possiamo decidere attivamente di non farci intaccare da essi.
Santosha è essere contenti di tutto predisponendoci sempre al miglioramento di noi stessi.
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