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Asana: Le Posture Fisiche nello Yoga

Immagine del redattore: Yoga con LunaYoga con Luna

Aggiornamento: 21 set 2023



Quando si parla di Yoga, ciò che a tutti noi viene subito in mente sono le - o gli - asana, le posizioni fisiche della pratica sul tappetino.


Ma qual è il vero significato e il vero scopo di queste posture?


Asana è un termine sanscrito che può essere tradotto come posizione comoda e confortevole mantenuta il più a lungo possibile.


Alle origini, le prime asana erano tutte posizioni praticate da seduti al fine di preparare il corpo alla meditazione: stare in un periodo prolungato con la schiena dritta, infatti, permetteva di allenare il corpo alla comodità e al sentirsi confortevoli nella seduta, per poter rimanere concentrati nella pratica. Quando il corpo non è abituato a stare seduto a lungo in meditazione, infatti, quello che succede è che dopo poco iniziamo a sentirci talmente scomodi che iniziamo a far vagare la mente su quanto fastidio sentiamo con la schiena, con le gambe, con i glutei e le spalle... e ci frustriamo credendo che meditare non faccia per noi!


Lo Yoga serve a creare spazio nel corpo permettendoci, con la pratica costante, di eseguire posture dapprima impensabili. E' una disciplina che lavora a partire dal corpo e, allungando e sciogliendo i nostri muscoli, riusciamo poi a lasciare andare i blocchi della nostra mente.


La pratica dello Yoga porta l'attenzione in ogni istante sul nostro corpo e, così facendo, la nostra mente si svuota dall'inutile chiacchiericcio dei pensieri. Sul tappetino ci ritagliamo uno spazio per osservarci, ascoltarci, capire quali sono i nostri limiti e imparare a conoscerci non solo nel corpo ma anche nei nostri pensieri, nei giudizi ricorrenti che ci diamo, nei nostri schemi mentali o frustrazioni che insorgono.


Osserviamo per un istante lo schema degli 8 Rami dello Yoga o Yoga Sutra di Patanjali, il padre dello Yoga, che abbiamo visto negli articoli precedenti:

  1. Yama - le regole morali ed etiche: come dovresti comportarti nei confronti degli altri per poter essere in pace

  2. Niyama - le osservazione del sé: attitudini positive di cui abbiamo bisogno per lavorare su noi stessi, corpo e mente, per diventare persone migliori

  3. Asana - posizione comoda e confortevole

  4. Pranayama - il controllo del respiro

  5. Pratyahara - il raccoglimento della mente

  6. Dharana - la concentrazione

  7. Dhyana - la meditazione

  8. Samadhi - lo stato assoluto di gioia e pace in cui sperimentiamo la nostra natura eterna, infinita e illimitata

Le asana sono posizionate non a caso al terzo punto in questi passi, questo perché lo Yoga è anche pratica fisica ma non è solo questo.


Oramai, quando si cercano informazioni sullo Yoga, veniamo bombardati da immagini e video di corpi super flessibili e tonici e questo può far insorgere in noi sfiducia. Le asana sono posizionate al terzo punto negli 8 Rami dello Yoga, dopo la filosofia, proprio perché avendo in precedenza lavorato sullo stile di vita e di pensiero con gli Yama e Niyama, arriviamo alle posizioni fisiche in maniera consapevole, rendendoci conto che, a prescindere dall'idea che vogliamo avere di noi stessi, noi siamo esseri unici e meravigliosi così come siamo in un eterno cammino di conoscenza e miglioramento.


Lo Yoga è assolutamente modificabile per ogni praticante: non siamo tutti uguali, abbiamo corpi diversi e ci approcciamo tutti diversamente alla pratica. Quando siamo sul tappetino è facile provare rabbia, frustrazione o risentimento per non riuscire ad entrare in un asana ed è qui che dobbiamo lasciare andare tutti i pensieri e giudizi che insorgono durante la pratica ricordandoci di accettarci. Accettazione di ciò che siamo, non significa adagiarsi ma capire quali sono i nostri limiti, senza giudizio, e come superarli.


Inoltre, ogni giorno non è come un altro: anche se eseguiamo la stessa asana tutti i giorni, in momenti diversi sentiamo sensazioni diverse. Ad esempio, fare Yoga quando siamo un po' più tesi fisicamente o quando ci sentiamo stressati è completamente differente dal praticare quando ci sentiamo gioiosi e pieni di motivazione. Ogni giorno è una nuova scoperta.


Le asana sono uno strumento preziosissimo per partire da qualcosa di tangibile che utilizziamo tutti i giorni, ovvero il corpo, per arrivare con la pratica ad un livello più sottile che è il nostro stato meditativo. Siamo noi infatti che possiamo utilizzare la pratica delle asana come mezzo di osservazione dei pensieri che insorgono nella nostra mente. Respirando, asana dopo asana, notando e capendo come mai insorgono questi pensieri, sensazioni ed emozioni, ecco che lo Yoga diviene una meditazione in movimento.


Quando la pratica Yoga è troppo semplice la mente inizia a vagare e ci distraiamo perchè il corpo non è sfidato abbastanza; al contrario, quando la pratica è troppo complessa, ci concentriamo troppo sulle difficoltà che sentiamo e ci sentiamo frustrati con noi stessi (o con l'insegnante!). Patanjali ci invita a trovare il tuo punto dolce nello Yoga che non sia né troppo semplice né troppo complicato. In ogni momento bisogna ascoltare il nostro corpo e ciò di cui abbiamo bisogno, imparando anche a fermarci e non oltrepassare i nostri limiti (temporanei).


Lo Yoga, come la vita, è un percorso: passo dopo passo si esplorano nuove asana, con pazienza e senza forzare troppo le cose. Quando ci forziamo in una posizione per cui non siamo ancora pronti, infatti, il corpo subisce dei "traumi" e, invece che progredire, si irrigidisce. Lavorandoci con dolcezza e compassione, invece, corpo e mente si rilassano, andando a sciogliere sempre di più eventuali tensioni e blocchi. Può anche darsi che per tutta la vita non si riesca a fare una determinata posizione ma non importa, il fine dello Yoga non è diventare super flessibili ma è stare bene nel proprio corpo e con noi stessi, ricercando quella comodità che è unica per noi.


La pratica va inoltre a riequilibrare il nostro stile di vita. Se abbiamo uno stile di vita dinamico e stressante, andando a praticare un Vinyasa o Ashtanga Yoga può essere controproducente e sarebbe magari più consono scegliere uno stile di pratica Yin o Ristorativo, che ci inviti a mettere una pausa e a dedicarci del riposo. Se al contrario abbiamo uno stile di vita più sedentario, uno Yoga dinamico è quello che ci vuole per smuovere un po' di energia.


Tutto lo Yoga nasce dall'Hatha Yoga: Ha significa Sole e Tha significa Luna, e questo ci ricorda che per sentirci in equilibrio nella vita dobbiamo cercare di bilanciare le nostre due energie attiva e passiva, di forza e di calma, di azione e di riposo.


Ecco, ancora una volta, le asana Yoga come pratica di contemplazione e di conoscenza di ciò che siamo.


 


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