La parola Namastè, o più correttamente Namaskar, è il saluto più utilizzato nella cultura indiana. Spesso presente per chiudere una pratica yoga, viene inteso come un accogliere l'anima di chi ci è di fronte. Aprirci all'altro con cuore e mente aperta, empatizzare con la sua storia e ringraziarlo per la relazione di scambio instauratasi durante la lezione. Da qui, possiamo tradurla come il divino in me, onora il divino che c'è in te.
Che cosa significa per davvero?
La lezione di yoga non è solo un puro dare dell'insegnante all'allievo, ma è anche un ricevere per il maestro stesso, è un arricchirsi costante e una lezione di vita ad ogni incontro, per imparare ad essere recettivo, a comprendere i bisogni e i disagi della persona, ad aiutarla a sciogliere le tensioni muscolari e mentali, a guidarla nel rilassamento e nell'abbandono delle turbolenze dei pensieri.
Letteralmente "nama" significa "inchinarsi", ed è proprio questo il senso: ci si inchina benevolmente a chi ci è di fronte. Questo non significa prostrarsi e mettersi in un secondo piano, ma porsi alla pari ed essere grati di aver accolto la persona che ci è di fronte nel nostro cammino, ben consci dello scambio reciproco che ci arricchisce come persone. Durante la pratica yoga, la parte divina presente in ognuno di noi è la nostra intenzione di sintonizzarci con qualcosa di più che il nostro solo corpo ma di ascoltare ciò che abbiamo dentro. Essa ci collega tra noi e ci accomuna come esseri umani, come fratelli di uno stesso pianeta, di uno stesso destino, di uno stesso cielo, con un fine unico, quello del raggiungimento della felicità, della pace, della quiete mentale e del benessere.
Ed è questo ciò che lo Yoga ci regala.
Ancora una volta, quindi,
Namastè!
Luna
ความคิดเห็น