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Non abbiamo il controllo sugli avvenimenti esterni ma su come reagiamo ad essi...




La vita è come se fosse un’amaca in oscillazione continua fra due poli opposti: da un lato gioia e gratificazioni e dall’altro tristezza e frustrazione. E’ come se a volte bastasse un piccolo soffio di vento per spostarci da un lato all’altro, facendoci sentire in balia degli eventi. Quest’anno appena trascorso ci ha insegnato una cosa fondamentale: noi non abbiamo il controllo di ciò che ci accade dall'esterno ma possiamo attivamente controllare come reagiamo agli eventi della vita. Tutti noi quest’anno abbiamo vissuto perdite più o meno importanti, che siano state esse fisiche, lavorative o emotive, ma ricordiamoci che possiamo sempre attingere a tutte le meravigliose risorse presenti dentro di noi per direzionare al meglio i nostri pensieri e le nostre emozioni. Ripensando a questo anno, per me particolarmente intenso, mi è tornata alla mente una tecnica dalle filosofie orientali che oggi voglio condividere con voi: Pratipaksha Bhavana. Questo nome abbastanza strano e impronunciabile, si può tradurre come “tecnica del contropensiero” e ci invita a portare ogni giorno l’attenzione su una cosa bella e che ci fa stare bene. La tecnica consiste nel sostituire un pensiero con il suo opposto in modo da andare a neutralizzare il pensiero iniziale. E’ come se stessimo andando a cercare un antidoto al veleno mentale. Cercare l’antidoto non significa ignorare il veleno, ma significa introdurre il suo opposto che ci porta alla guarigione. Ad esempio, se sono sempre nervoso e demoralizzato e la mia pace interiore mi sembra così lontana, quello che posso fare non è scacciare via la mia frustrazione, e frustrarmi ancora di più, ma elevare il mio stato di benessere compiendo azioni che mi portano una nuova energia: ballare, cantare, praticare yoga, andare a correre al parco, qualsiasi cosa… Come spesso dico ai miei allievi non posso entrare in una stanza chiusa e buttare fuori il buio, ma quello che posso fare è prendere la luce e portarla dentro. Non si tratta di non essere tristi o frustrati, perché la rabbia è di per sé un sentimento sano, ma si tratta di vivere la tristezza quando è momento di viverla e poi passare oltre, evitando di indossarla in ogni momento nel nostro quotidiano. C’è un momento per immagazzinare e un momento per lasciare andare. Pratipaksha Bhavana: abbiamo il nostro veleno mentale, lo riconosciamo e facciamo attivamente qualcosa per portare pace e benessere.


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Namastè Luna

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